Il Galletto 192 avviamento a pedale
- Seconda parte -

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L’obbligo della patente di guida fu un trauma per gli utenti delle due ruote, in specie dopo il regime di liberalità introdotto nel 1932 dal Fascismo, che aveva abolito la patente di guida per favorire la diffusione delle motociclette.

Il Codice della Strada venne adottato non senza difficoltà, ma divenne Legge dello Stato.
Intanto il Galletto 192 si andava diffondendo e circa le modifiche realizzate in fase di produzione va registrato come dal numero di telaio GNU49 in avanti siano stati modificati l’albero motore, il volano nonché il carter laterale.
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La modifica si rese necessaria per l’esigenza di montare un paraolio per contenere la fuoriuscita di olio, un difetto tipico del motore.
Nel corso della produzione sono stati realizzati anche due distinti e diversi volani: uno piatto e senza risalti, con la puleggia per la dinamo interna; il secondo tornito al centro (ovvero dl lato esterno del motore).
Non si sa come mai sia stato montato un diverso volano, ma è certo che ad una certa fase della costruzione (dalla matricola GAO) si sia proceduto a questa modifica, poi abbandonata con il Galletto 192 avviamento elettrico.
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Intanto molti elementi tipici delle precedenti produzioni si persero nella memoria degli appassionati: la scatola in plastica che contiene i contatti tripolari dei cavi in uscita dal motore (con i dadi di serraggio dei capicorda circolari di diverso diametro) restò una caratteristica dei modelli dotati di volano magnete (Galletto 160 cc e Galletto 175 cc) e non si trova più sul Galletto 192.

Il faro posteriore montato sul Galletto 192 era inizialmente della stessa foggia di quello adottato sui precedenti modelli di minor cilindrata, dalla caratteristica forma circolare e dal corpo in lamiera di acciaio verniciata a forno in un bel nero lucido.
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Dopo il 1959, con l’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada, quindi dell’obbligo dell’avviso luminoso di frenata, fu progressivamente sostituito dal modello di maggiori dimensioni, dotato anche di filamento per lo "stop".

Il contatto elettrico per l’accensione della luce posteriore fu inserito solo nella terza edizione del catalogo dei ricambi (edita nel gennaio 1960), tanto che nella seconda edizione del manuale di officina (pubblicata nel maggio 1957), l’interruttore non è assolutamente indicato.
Ovviamente i privati e le concessionarie adeguarono il veicolo alle norme della circolazione stradale e con esso cambiò anche il fanalino posteriore.
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Ne deriva, come abbiamo già scritto, che tutti i Galletto 160 ed i Galletto 175, nonché una buona parte dei Galletto 192 ad avviamento a pedale (fino a quelli prodotti a partire dal 1959), sono stati oggetto di modifica per adattare loro gli interruttori dello "stop" sulla leva del freno.

La conseguenza più diretta è trovare diversi contatti, varie posizioni e ancora più molte soluzioni adottate per soddisfare la necessità di dotare il veicolo della lampada dello "stop".
Non di meno tutte le altre motociclette dello stesso periodo, anche di Case diverse, hanno la medesima caratteristica.
Ovviamente l’assenza dell’interruttore per lo "stop" posteriore può fornire solo indicativamente un riferimento per datare approssimativamente il veicolo ad un lasso di tempo antecedente al 1959.
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Le giacenze di magazzino, le scorte dei concessionari e i veicoli provenienti dall’estero e reimmatricolati in Italia creano una grande confusione al riguardo, a cui può dare risposta solo la verifica dei numeri del telaio presso il registro storico della fabbrica.

Per il Galletto 192 la Moto Guzzi consigliò le stesse candele del Galletto 175 (la CBW 150 BX per il turismo normale, per il turismo veloce viene indicata la CW 225 BX), quindi dal settembre 1959 vennero indicate le CW 200B Marelli e la HLN Lodge.

Nell’arco di pochi anni (dal 1954 al 1961) il Galletto 192 a pedale divenne un riferimento per un intero mondo di appassionati.
Veloce, potente e affidabile, lo scooter a ruote alte di Carlo Guzzi si affermò al pari di una moto leggera coperta in grado di soddisfare qualunque tipo di esigenza.
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Dai trasporti di persone e materiali a livello professionale, il Galletto 192 divenne anche il veicolo per le gite fuori porta, da usare sempre ed ovunque.

Dotato di un cambio preciso e di un motore generoso, il Galletto 192 diventò presto un infaticabile compagno di lavoro e di svago; le sue caratteristiche di utilitaria, in particolare l'economia di esercizio, la proverbiale robustezza e l'affidabilità a tutta prova e, molto apprezzata, la protezione che offriva da polvere e fango sulle strade di campagna, ne fecero presto un mezzo privilegiato dai sacerdoti delle zone rurali, dai medici e dai veterinari, che vi si affidavano con fiducia per percorrere i tratturi accidentati piuttosto che le strade cittadine o le mulattiere.
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Affidato alle amministrazioni pubbliche ed agli enti locali quale mezzo di servizio, calcò le strade del Paese divenendo un simbolo di dedizione e di affidabilità, trasportando generazioni di Italiani e diffondendosi nel mondo grazie alla rete di esportazione e assistenza della Moto Guzzi.

Ancora oggi i Galletti calcano le strade di Francia, Germania, Stati Uniti e Australia.
I missionari in Africa lo hanno impiegato a lungo per le sue doti infaticabili e per la sua minima necessità di manutenzione, tanto che spesso e volentieri i motori del Galletto li ritroviamo a muovere generatori, motopompe o macine, oppure, nelle valli di montagna, a trainare i carichi delle teleferiche.
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L’idea iniziale di Carlo Guzzi di giocare la carta dell’affidabilità in un quadro di grande funzionalità del veicolo si é rivelata vincente, mentre la sua attualità è confermata nei fatti e non solo nella passione dei collezionisti.

Ancora oggi il Galletto 192 pare un infaticabile compagno di avventure e non sembra sentire i sessant’anni che lo dividono dalla sua nascita.
Con un minimo di attenzione e la cura nel procurarsi e conservare a disposizione i ricambi più facilmente soggetti ad usura, le sue prestazioni possono dirsi soddisfacenti ed in grado di regalare emozioni a tutto tondo.

Certo l’andatura è quella di una moto di media cilindrata, ma la comodità e l’ergonomicità sono eccezionali e difficilmente replicabili su altri modelli contemporanei.
Distante dalle caratteristiche della Vespa, piuttosto che da quelle della Lambretta, il Galletto gode di una propria spiccata personalità, che distingue il possessore dalla folla di coloro che guidano le motoleggere.
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Il limite del Gslletto 192 è nella natura stessa del mezzo: da buona moto coperta, il profilo aerodinamico è penalizzato ed il restauro delle ampie parti in lamiera è spesso oneroso.
Va però detto che, dopo un intervento conservativo o uno più radicale di restauro totale, il valore commerciale e storico del veicolo schizza alle stelle... e con esso la soddisfazione di usarlo!
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